LA FARFALLA, DIURNA O NOTTURNA, UN BIOINDICATORE DI SALUTE AMBIENTALE

( LIA SAVARINO)
La farfalla è un insetto che, come le falene, appartiene all’ordine dei lepidotteri.
I lepidotteri costituiscono degli ottimi bioindicatori.
La loro presenza o assenza rappresenta infatti un importante segnale dello stato di salute di un ambiente, essendone esse completamente dipendenti nei vari stadi del loro sviluppo.
Alcune specie di lepidotteri vivono per breve tempo senza mai spostarsi dal luogo in cui sono nate, altre invece possono compiere lunghi viaggi e migrare da un continente all’altro, alla ricerca di fonti di cibo e aree idonee per la riproduzione.
Per difendersi dai nemici hanno adottato svariate tecniche, dall’utilizzo di sostanze velenose, al camuffarsi con colorazioni mimetiche, al fuggire velocemente utilizzando comportamenti strategici.
Molte specie sono le farfalle diurne, attive nelle ore centrali della giornata o solo al mattino, e numerose sono le specie di farfalle notturne che hanno abitudini crepuscolari, altre preferiscono l’oscurità totale.
Tuttavia non mancano le eccezioni: ci sono specie notturne che volano anche di giorno e specie diurne che si muovono anche di notte.
Una differenza tra specie diurne e specie notturne è data dal modo in cui tengono le ali quando riposano: le farfalle diurne le ripiegano l’una contro l’altra perpendicolarmente al corpo, le notturne le dispongono a tetto lungo l’addome.
Le farfalle possiedono sei zampe, tranne per alcune eccezioni in cui il primo paio è atrofizzato e il corpo suddiviso in capo, torace e addome.
Il capo è abbastanza piccolo e la sua superficie è quasi interamente occupata da due grandi occhi composti.
Sono formati da centinaia di ommatidi, (simili a piccole lenti composte di cellule sensibili alla luce e collegate al cervello attraverso connessioni nervose).
Le farfalle hanno una visione a mosaico, come la maggior parte degli insetti, e un’ottima percezione dei colori necessaria per la ricerca dei fiori delle piante nutrici.
Le antenne sono inserite tra i due occhi composti, la loro forma permette di distinguere le farfalle dalle falene. Le antenne sono la sede di numerosi organi sensoriali con funzioni olfattive e tattili.
L’apparato boccale è di tipo succhiatore ed è costituito dalla spiritromba, una lunga proboscide, tenuta avvolta a spirale, in condizione di riposo sotto il capo. Attraverso questa lunga cannuccia, farfalle e falene succhiano gli alimenti di cui si nutrono, in particolare il nettare che è la principale fonte di cibo nella maggior parte delle specie.
Il torace delle farfalle è ricoperto da una folta peluria.
Sul torace si articolano il capo, le sei zampe e le due paia d’ali, con quelle anteriori in genere più grandi. Sia la faccia inferiore che quella superiore delle ali sono completamente ricoperte da numerosissime piccole scaglie in cui sono contenuti i pigmenti che colorano le loro meravigliose e vivaci livree.
La colorazione dell’ala sembra avere un ruolo nella regolazione termica dell’animale.
Il volo è il loro modo di spostarsi: alcune hanno un volo veloce e scattante, altre sono lente e pesanti.
Posandosi sui fiori, le farfalle svolgono un ruolo molto importante nell’impollinazione; esse nondimeno si posano anche sui vegetali, sui tronchi e sui rami degli alberi, tra le pietre.
Sono quattro le principali fasi di un ciclo vitale di una farfalla: uovo, bruco, pupa (o crisalide) e adulto.
•Uovo: poco prima del momento della schiusa, l’uovo diventa scuro e il giovane bruco può essere visto muoversi al suo interno. Ritaglia il “coperchio” circolare dell’involucro rigido dell’uovo e spinge il corpo fuori contorcendosi. Una volta uscito, il bruco generalmente mangia il guscio vuoto dell’uovo. Ciò gli fornisce l’alimentazione necessaria alla sopravvivenza fino al momento in cui sarà riuscito a individuare la sua pianta ospite.
•Bruco: il bruco sceglie uno stelo adatto e tesse un cuscinetto di seta, al quale attacca la coda. Quindi fissa una “cintura” dello stesso materiale, che fa passare attorno al centro del corpo e che rimane attaccata al supporto offerto dallo stelo. La cuticola del bruco si separa lungo il dorso e la pupa emerge.
•Pupa o crisalide: poco prima dello sfarfallamento, il colore della farfalla adulta diventa vagamente visibile. L’involucro della pupa si fende e la farfalla comincia faticosamente a uscire.
Dopo la schiusa, la farfalla rimane con le ali ripiegate e penzolanti e le espande per farle asciugare. È importante che le ali dell’insetto si espandano abbastanza in fretta prima di indurirsi; in caso contrario, rimarrebbero deformate in modo permanente.
•Adulto: la farfalla completamente sviluppata ha un tipo di vita totalmente differente da quella del bruco: mentre questo si nutre di foglie per crescere, la farfalla passa il tempo a succhiare il nettare dei fiori e ad accoppiarsi.
La maggior parte dei bruchi ha una sua pianta nutrice sulla quale si nutre e si accresce, alcuni sono predatori e si cibano di piccoli insetti, mentre altri ancora vivono accuditi all’interno dei formicai.
Una volta fuoriuscite dalla crisalide le farfalle compiono evoluzioni straordinarie per conquistare il partner e convincerlo a riprodursi.
In Europa si conoscono 6000 specie di farfalle, di cui solo 380 sono classificate come “diurne”. La farfalla più grande del nostro continente è la Saturnia del pero o Pavonia maggiore (Saturnia pyri), una farfalla notturna che può raggiungere i 14 cm di apertura alare.

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1 commento su “LA FARFALLA, DIURNA O NOTTURNA, UN BIOINDICATORE DI SALUTE AMBIENTALE”

  1. Fiori e Pronubi. Due mondi uniti da un’alleanza misteriosa. Gli uni indispensabili agli altri, un connubio che consente a entrambi il mantenimento della specie., che assicura da un lato il trasporto di polline indispensabile per la fruttificazione di numerose specie vegetali erbacee, arboree e arbustive; dall’altro garantisce la sopravvivenza e lo sviluppo, di molte specie di Pronubi, tra cui la farfalla … insetto elegante lo definisco.
    I lepidotteri costituiscono degli ottimi bioindicatori.
    Si tratta di un patrimonio estremamente prezioso da osservare e sorvegliare con attenzione. Da qui è nata la necessità di studiarlo, di conoscerlo e di condividere con più persone possibili queste conoscenze.
    E’ un viaggio entusiasmante e ringrazio Gigi in particolare e tutti voi per l’attenzione.

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