SERIE A, L’INTER SI AVVICINA SEMPRE PIU’ ALLA SECONDA STELLA

Al termine della ventinovesima giornata di campionato, l’Inter di Simone Inzaghi comanda la classifica dal picco dei suoi settantasei punti con un più che cospicuo margine di vantaggio sui cugini rossoneri, di ben quattordici lunghezze. Che fosse l’anno del Biscione, lo si era intuito già dalle prime giornate, ma un simile percorso verso il tricolore, pari quasi ad una marcia trionfale di Radetzky, nessuno o forse in pochi, anche tra i tifosi più ottimisti, lo avrebbero immaginato.

Dopotutto se con la famosa marcia militare composta da Johan Strauss padre, si celebrava la riconquista austriaca di Milano, una volta conclusi i moti rivoluzionari in Italia del 1848, qui il team nerazzurro, a passo di fanfara e forte dei numeri di cui sopra, sta degnamente accompagnando il suo cammino verso la conquista del ventesimo scudetto. Ebbene, signori, c’è poco da dire, se non fare i complimenti al sodalizio meneghino, e asseverare che in termini di risultati e volume di gioco espressi, per la cifra stilistica, ça va sans dire, siamo al cospetto di una vera e propria corazzata Potëmkin. E come per la celebre nave da battaglia sovietica costruita per le attività belliche della Marina militare dell’impero russo nel Mar Nero, anche il roster milanese è stato assemblato, dalle sapienti mani di Marotta ed Ausilio, per poter fronteggiare tranquillamente qualsiasi tipo di tenzone, parliamo di sfide sportive naturalmente, tanto in serie A quanto in Champions League.

Nel mirino dei nerazzurri, dunque, oltre alla seconda stella che ne caratterizzerebbe un fregio da esibire sulle maglie della prossima stagione, adesso c’è il record di punti conseguito da Roberto Mancini che
nell’annata 2006/07 ne fece novantasette. Ed a voler essere ancor più ambiziosi, a quota centodue, c’è il primato assoluto di punti conquistati nella massima serie che spetta, ironia della sorte, all’ex tecnico nerazzurro Antonio Conte, allorquando questi sedeva sulla panchina della Juve nel campionato 2013/14. Si tratta di obiettivi, tutti alla portata dell’Inter, che sicuramente aumenteranno l’acquolina in bocca di giocatori, staff e tifosi interisti, insomma di tutto il mondo nerazzurro, tout court, e che restituiranno alla nostra serie A ancora qualche significato a livello di statistiche e primati da raggiungere, dato che virtualmente la lotta al vertice pare essersi conclusa da tempo immemorabile.

Ecco, allora, che poco o nulla conta se scenderà in campo un calciatore piuttosto che un altro, in virtù di ragionevoli ed ipotizzabili rotazioni che oseremmo definire più che legittime a questo punto della stagione, per sondare, anche ai fini del prossimo calciomercato, tutta la rosa a disposizione di mister Inzaghi. Perché è proprio il tecnico piacentino a rappresentare quel “quid pluris”, ossia il valore aggiunto della squadra nerazzurra rispetto alle altre compagini di questo torneo.

In fin dei conti, a coronamento di quanto affermato, riecheggiano ancora nella mente di chi vi scrive le parole di colui che forse è stato il più grande compositore, direttore d’orchestra e arrangiatore italiano, ovverosia tale Ennio Morricone, il quale sosteneva: “Le note non sono più importanti ormai, l’importante è quello che il compositore le fa diventare”.

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