MOBILITA’ VERDE : IDROGENO PROSSIMO VENTURO, A COMINCIARE DALLE AUTO

DALLE AUTO IBRIDE ALLE ELETTRICHE, A QUELLE A IDROGENO, DOVE GLI ASIATICI,  LA  HUYNDAI IN PARTICOLARE, E’ IN PRIMA LINEA NELLA SPERIMENTAZIONE. CON UN PIENO PIU’ DI 600 KM E RICARICA IN POCHI MINUTI. IL PROBLEMA DELLE STAZIONI DI RIFORNIMENTO PER L’IDROGENO. GIA’ REALTA’ PER ALCUNI TRENI PRODOTTI DA ALSTOM IN GERMANIA.

( Maurizio Moscatelli )

L’industria automobilistica è una delle più coinvolte nelle iniziative che mirano a promuovere la sostenibilità futura nel rispetto dell’ambiente e, contemporaneamente, a contribuire fattivamente al raggiungimento degli obbiettivi stabiliti a Parigi ed a Glasgow recentemente.

Ad oggi il settore automobilistico sta puntando in modo ormai strutturale alla riduzione della CO2 nelle emissioni ambientali. Le auto ibride sono adesso una realtà consolidata e quelle totalmente elettriche a loro volta incrementano la presenza nei listini delle auto vendute sul mercato.

Gli investimenti delle case automobilistiche nei rispettivi settori sono ormai nella dimensione dei miliardi di euro, sia per la trazione, sia per la produzione di batterie sempre più efficienti per autonomia e per ricarica e le colonnine di ricarica si moltiplicano nelle maggiori città ed anche in provincia.

Non ci si nasconde che i limiti per un passaggio completo alle nuove tecnologie non mancano. Al momento manca una rete efficiente di ricariche nelle infrastrutture per i viaggi di lunga percorrenza, le autostrade ad esempio, ed ancora i tempi di ricarica non sono del tutto soddisfacenti.

I costi per le batterie ed il problema dello smaltimento, oltre che di produzione, vanno pesati ed affrontati accuratamente. Contemporaneamente non sono da sottovalutare le ricadute in termini di occupazione che il passaggio ad auto “ecologiche” comporta.

I timori sono stati espressi a più riprese da imprenditori importanti, quali Brembo ad esempio, che ipotizza possibili perdite di milioni di posti di lavoro dovuti alla transizione. Questo per tacere degli inquinamenti derivanti dallo sfruttamento intensivo delle miniere di materie prime necessarie per la produzione.

Una risposta interessante, da questo punto di vista, potrebbe essere rappresentata dall’utilizzo di idrogeno
per la propulsione, che a sua volta, quando prodotto da energie rinnovabili, offrirebbe una doppia soluzione alla questione: sostenibilità nella produzione della materia prima e sostenibilità nell’inquinamento dell’ambiente, perchè un’auto a propulsione ad idrogeno comporta l’emissione di vapore acqueo, e basta.

Fra le case automobilistiche più attive in tal senso sono quelle asiatiche, coreane in particolare.

La Hyundai ha già in fase avanzata di sperimentazione la produzione di motori ad idrogeno, che attualmente ha installato sulla Nexus e le prove sono ormai allo stato finale fin dal 2017/2018.

Ciò che differenzia questa dalla quasi totalità delle vetture oggi presenti sul mercato è il motore elettrico alimentato ad idrogeno in grado di erogare una potenza di 163 cavalli ed una coppia di 395 Nm, capace di fornire prestazioni interessanti anche su auto di massa non indifferente, come è questo SUV coreano.

L’argomento consumi sulla carta, derivante da sperimentazioni continue anche su strada, è certamente interessante da affrontare perchè quello dichiarato dalla casa coreana lascia a bocca aperta: la Hyundai dichiara infatti una percorrenza di ben 800 Km con un pieno di idrogeno, anche se il dato realistico è ben più vicino ai 600 Km, che resta una distanza considerevole che permette di affrontare anche viaggi di lunga percorrenza.

Per ciò che attiene i tempi di ricarica, poi, a differenza di una vettura 100% elettrica, il SUV Hyundai a idrogeno ha il vantaggio di poter effettuare un pieno in un tempo minimo, appena 5 minuti.

Resta però lo svantaggio dell’organizzazione logistica poiché, naturalmente, oggi si lamenta una pressoché limitata presenza di stazioni di rifornimento dotate di idrogeno.

Per quanto riguarda i tempi di commercializzazione intensiva, la casa automobilistica coreana si pone come obbiettivo il periodo compreso fra il 2027 ed il 2035 per avere una commercializzazione totale di auto ad idrogeno.

Certo che messa così, il ricorso all’idrogeno invece che l’elettrico puro fa pendere la bilancia dalla parte di questi motori. Ed infatti è questa la riflessione che coinvolge ormai non solo il settore delle auto, ma riguarda sempre di più anche altre aree di applicazione, quali i motori di mezzi pesanti, siano essi mezzi commerciali, siano invece gli autobus utilizzati sia nel trasporto urbano, sia in quello extraurbano.

In Germania, poi, vi sono treni ad idrogeno, prodotti dalla Alstom, già utilizzati su alcune tratte regionali e in Italia Ferrovie Nord ha già ordinato la bellezza di 14 treni ad idrogeno proprio alla Alstom, da utilizzare sulla tratta ferroviaria Brescia Edolo. L’investimento, che include anche adeguate stazioni di rifornimento, è allargato alla mobilità in quanto tale, perchè le stazioni di servizio realizzate saranno anche a disposizione di autobus e di tutti i mezzi ad idrogeno nel frattempo commercializzati.

Insomma, sulla carta l’idrogeno appare come una soluzione quasi ideale, superiore alle propensioni attuali verso i mezzi elettrici che, comunque, rappresentano già un buon passo avanti.

Non dimentichiamo che l’applicazione di batterie di accumulo efficienti potrebbero comunque essere utilizzate per scopi civili, ad esempio l’accumulo di energia prodotta su base privata con pannelli fotovoltaici o con mini impianti eolici, energia per abitazioni che oggi viene introdotta sulla rete nazionale e resa al fruitore nel momento di utilizzo.

Pensate per un attimo alle possibilità che si aprono negli usi che vanno oltre il settore dei trasporti. Ma non fate conti, perchè ancora i costi delle batterie di accumulo, qualunque sia la fonte di energia, non permette economie importanti rispetto al sistema attuale di distribuzione dell’energia per scopi domestici. Oneri di sistema inclusi.

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