GIORGIA MELONI TRA ELON MUSK, BILL GATES, URSULA VON DER LEYEN E GLI USA

Da Elon Musk a Bill Gates, sono tante le stelle del firmamento dei variegati poteri che entrano ed escono felici e sorridenti da Palazzo Chigi, per incontrare il capo del governo italiano. E’ indiscutibile, in questa fase il premier Giorgia Meloni gode di grande successo e credito internazionale e dopo un anno di governo, non solo le sue quotazioni interne ed estere non sono calate, come quasi sempre accade, ma sono cresciute.

In molti si domandano il perchè di questa irresistibile ascesa e permanenza al centro della scena politica, tra il compiacimento da un lato o il disappunto tra l’altro, spesso celebrando o recriminando, non senza elucubrare motivazioni o dietrologie fuorvianti. La verità è che dopo tanti anni è oggettivamente emersa una vera leadership politica, incarnata da una donna che piace almeno a metà del paese, e non è poco, nonostante una precisa caratterizzazione, almeno iniziale, di destra -destra che in teoria avrebbe dovuto confinarla in ambiti ristretti.

Naturalmente  è il consenso verso la sua persona a costituire il traino del partito di Fratelli d’Italia, che gode di un grande effetto trascinamento. Sarebbe viceversa impensabile e impossibile senza Meloni un posizionamento, sebbene dai sondaggi, quasi vicino al 30%. Questo ancora una volta a dimostrazione di quanto contino figure forti e carismatiche se ritenute brave, capaci e soprattutto di risonanza con l’elettorato di riferimento. In precedenza nella seconda repubblica era, per fare un paragone, accaduto solo a Silvio Berlusconi, che a sua volta trascinava Forza Italia. Si potrebbero fare confronti con il sistema americano, ma sarebbe fuori luogo, perchè lì le leadership si sviluppano comunque dentro i due grandi partiti storici, quello repubblicano e quello democratico, sebbene con Donald Trump sia stato parzialmente inaugurato un fenomeno del tutto nuovo per gli Stati Uniti, tuttora in corso, ma è argomento più complesso.

Il centro-destra italiano ha trovato un leader in Giorgia Meloni, di fatto più per volontà della larga base elettorale e popolare che per decisione dell’alta dirigenza dei partiti che compongono l’alleanza. Nel senso, per essere chiari, che Salvini e la Lega, Tajani e Forza Italia e collateralmente i centristi di Lupi, hanno dovuto fare, se non buon viso a cattivo gioco, accettare il determinarsi delle cose, tutto sommato comunque conveniente per tutti gli azionisti di governo. Non ci sono alternative oggi a Meloni e i numeri lo confermano.

Quello che invece non è chiaro o poco noto, è il percorso che la premier immagina per il suo partito politico o ciò che potrebbe diventarne. Al momento ha scelto di cambiare le cose dall’interno, adeguando progressivamente Fratelli d’Italia alla sua persona e soprattutto alla sua linea politica di governo. E da questo punto di vista di fatto c’è una destra già più spostata verso il centro, è un dato inconfutabile, e via via organica, seppure con distinguo caratterizzanti, ad un fronte conservatore europeo più moderato e soprattutto ben vista dagli ambienti politici americani che contano davvero.

Alla fine, coloro che temevano o paventavano o speravano in un isolamento internazionale dell’Italia, dovuto al governo Meloni, non solo sono stati smentiti dai fatti, ma addirittura costretti ad assistere agli onori riservati alla premier, praticamente da ogni grande capitale del mondo. Il Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen non perde occasione per pronunciare parole di stima e considerazione per Meloni e lo stesso dicasi per il Presidente americano Joe Biden, nonostante entrambi appartengano a famiglie politiche e storie ben lontane dalle sue.

Il presidente del Consiglio sa indubbiamente muoversi efficacemente e con abilità sullo scacchiere internazionale e incassa un ritorno che a sua volta spende pragmaticamente sull’azione politica e di governo italiana. Meloni sa bene, però, che la vera grande partita che conta davvero sono le elezioni americane e che Donald Trump è lanciatissimo, verosimilmente può davvero tornare alla Casa Bianca e riprendere a disegnare e attuare un nuovo corso politico per tutto l’Occidente, quindi osserverà l’evolversi delle cose e soprattutto pragmaticamente l’esito finale.

Non è da escludere ad un certo punto possa eventualmente diventare proprio lei l’interlocutore privilegiato di Donald Trump e allora il quadro italiano acquisterebbe ulteriori nuovi connotati. Sebbene tutta l’Europa e l’Unione europea non sarebbero a quel punto più la stesse. Ma bisognerà attendere quasi un anno per comprendere questi complessi paradigmi.

Nel frattempo, a meno di eventi improvvisi, Giorgia Meloni può dormire sonni tranquilli, si fa per dire, perchè purtroppo, come ha dichiarato lei stessa, è proprio il dormire pochissimo che le pesa del ruolo molto assorbente e impegnativo di premier, ma il nostro riferimento figurato è alla sfera politica nazionale, dove non solo non ha concorrenza interna alla coalizione di centro-destra, ma soprattutto, finora, non ha praticamente vera opposizione, essendo questa in mare aperto nella ridefinizione e configurazione di se stessa, a cominciare da identità, programmi e alleanze possibili.

Nel mezzo però quello che conta è governare l’Italia e assicurarle una vita migliore, liberandola dalle tante tenaglie che la stringono da tempo, avendo il coraggio di intraprendere strade nuove in ogni ambito della vita politica nazionale. Ancora una volta serve verità, giustizia, libertà, e tutti, da sinistra, dal centro, da destra, dovrebbero muoversi in tal senso, per il bene vero del paese da riformare.

 

Gigi Cartagenova

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